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Caricamento Pagina: Il metodo CMYK - Il blog della Insight Adv Ltd - Insight adv - creative solutions

6 minuti di lettura (1182 parole)

Il metodo CMYK

offset printing press

Se sei alle prese con un progetto grafico che andrà in stampa o se hai già affrontato progetti per stampati, come biglietti da visita, brochure, cataloghi o manifesti, sicuramente hai utilizzato o ti è stato indicato di utilizzare il metodo colore CMYK.

Abbiamo già parlato sul nostro blog dei metodi colore e del metodo colore RGB.

Gestire il colore, infatti, misurarlo, compararlo, definirlo, è forse uno degli aspetti più complicati ma anche più affascinanti per chi fa graphic design.

Proprio perché si tratta di una questione con cui i designer hanno a che fare tutti i giorni, mi sembra utile spiegare nel modo più chiaro e completo possibile cosa intendiamo quando parliamo di “metodi colore”. Cosa si intende per CMYK? Quando e come dovresti usarlo?

Cominciamo dall’inizio, seguimi!

Cosa significa CMYK?

La sigla “CMYK” fa riferimento ai quattro colori che si utilizzano quando si lavora con questo metodo e che permettono di ricavare tutti gli altri.

Nel dettaglio:

  • C sta per cyan, quindi “ciano”
  • M sta per magenta (in inglese usa la stessa parola che abbiamo in italiano, quindi non serve tradurre!)
  • Y sta per yellow, quindi “giallo”
  • K, infine, sta per key black, il canale nero necessario per ottenere una varietà più ampia e satura di colori con questo metodo (tra poco ne parliamo meglio)

Dal momento che si tratta di un metodo che si fonda sull’utilizzo di quattro colori in italiano spesso è indicato anche come “quadricromia”. Le diverse componenti di colore invece si chiamano, più propriamente, canali.

CMYK 1

Quando parliamo di metodo colore CMYK, quindi, intendiamo un sistema di riferimento in cui tutti i colori che possiamo creare si ottengono mescolando quantità diverse di ciano, magenta, giallo e nero.

Le quantità si misurano in percentuale:‌ per ciascun canale avremo un valore compreso tra 0 e 100.

Ad esempio il rosso del logo InsightAgency in CMYK è composto da Ciano allo 0%, il Magenta al 100%, Giallo al 100% e Nero allo 0%.

Quando e come si usa il metodo colore CMYK?

Il metodo colore CMYK è il sistema di riferimento che utilizziamo quando andiamo a indicare quali sono i colori che vogliamo ottenere attraverso la stampa tipografica.

I colori in questo tipo di stampa si ottengono mescolando i quattro differenti inchiostri che corrispondo ai canali nelle giuste proporzioni.

Quando misceli dei colori fatti di materia – nel nostro caso inchiostro, ma vale anche per pittura, pastelli, etc – quello che succede è molto diverso da quello che accade quando i colori che si mescolano sono fatti da fasci di luce, come ad esempio, negli schermi.

Parliamo di fenomeni fisici che hanno un grosso impatto su come vengono creati e catalogati i colori ma anche sulla loro resa finale.

Per quanto riguarda nello specifico il metodo colore CMYK la somma di colori intesi come pigmenti avviene seguendo la cosiddetta sintesi sottrattiva. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

CMYK 2

Cos’è la sintesi sottrattiva?

Durante la stampa tipografica per ottenere ad esempio un verde le macchine stampano, vicinissimi gli uni agli altri, punti più o meno grandi d'inchiostro ciano e inchiostro giallo: il risultato è un colore che sarà meno luminoso dei due inchiostri di partenza. Questo perché somma la capacità di entrambi di assorbire (quindi sottrarre) luce.

Quando ci riferiamo a questo fenomeno parliamo infatti di “sintesi sottrattiva”.

Lo stesso meccanismo spiega perché, quando mescoliamo coloranti o pigmenti nei colori ciano, magenta e giallo quello che si ottiene è un grigio – marrone, cioè un colore a bassissima luminosità.

Fai una prova:‌ allontanati da fonti di luce e tieni per un po’ gli occhi chiusi. Che colore stai vedendo?

Con ogni probabilità non si tratta di un vero e proprio nero, ma piuttosto di un grigio molto scuro e molto poco saturo. Si tratta proprio del “livello zero” della retina, a riposo e libera dagli stimoli luminosi, ed è molto simile al colore che si ottiene se si combinano ciano, magenta e giallo.

Se mischiare inchiostri colorati significa perdere luminosità allora forse hai già capito qual è la caratteristica principale del metodo colore CMYK.

Quali colori puoi ottenere in CMYK?

Per la sua specificità con questo metodo non potrai mai ottenere tutti i colori che vedi sullo schermo (infatti per i progetti destinati al digitale si utilizza il metodo colore RGB), oppure colori particolarmente brillanti, come i colori fluo.

Questo è il motivo per cui, quando si lavora alla grafica per un progetto da stampare in tipografia, è consigliabile iniziare a lavorare già impostando il metodo colore CMYK.

Il rischio, altrimenti, è di trovarsi a rifare l’intero progetto perché scopri che i colori che hai scelto semplicemente nella stampa non esistono.

Creazione colori CMYK

Attenzione al nero

Come abbiamo accennato all’inizio il canale key black è stato aggiunto nel sistema CMYK proprio per ottenere colori molto saturi oppure un nero particolarmente brillante, che altrimenti non si sarebbero potuti creare.

La regolazione del canale key black permette quindi anche di ottenere diverse tonalità e intensità di nero.

Ad esempio per ottenere un nero … Semplicemente nero, la regolazione che viene spontaneo impostare è questa:‌ C=0, M=0, Y=0, K= 100%. Questo è il nero “standard”, che però una volta stampato risulta un pochino spento. Va benissimo per il testo o per i contorni delle figure.

Se invece desideri uno sfondo pieno di nero, ti consiglio di utilizzare il cosiddetto “Rich Black”, che si ottiene impostando queste percentuali:‌ C=40, M=40, Y=40, K=100. Significa che al key black vado ad aggiungere percentuali omogenee di tutti gli altri canali colore per rendere più pieno il nero che otterrò in stampa.

Un’altra possibilità interessante è quella di variare le percentuali di colori caldi o freddi che aggiungo al key black. In questo modo anche il nero che ottengo sarà più freddo o più caldo, e potrà uniformarsi, o al contrario spiccare meglio in un progetto con una tonalità predominante.

CMYK 3

E se, nonostante tutto, il CMYK non fosse il metodo giusto per il tuo progetto? Ci sono ovviamente delle alternative.

Metodi colore oltre il CMYK

La quadricromia è il sistema preferito dalla stampa tipografica perché‌ è quello che consente di ottenere il maggior numero di colori con il minor numero di inchiostri.

Oggi però nella stampa offset si trovano anche macchinari in grado di utilizzare, oltre ai quattro inchiostri standard, fino ad altri 3 colori (i secondari:‌ arancione, verde, viola) e arrivare quindi ad una stampa che si basa su un metodo definito CMYK+3. In questo modo si amplia molto la gamma di colori a disposizione.

CMYK 5

Se però il tuo progetto non deve andare in stampa, oppure questo metodo colore non si adatta alle tue esigenze ci sono delle alternative.

Anzitutto, ne abbiamo già accennato, il metodo RGB, che consente di codificare i colori che vediamo attraverso fonti luminose, come tutti gli schermi.

Se invece hai delle necessità di stampa particolari e vuoi ottenere un colore specifico, che non esiste nel gamut CMYK e che ti dia la certezza di essere perfettamente conforme al tuo progetto, allora la soluzione giusta è ricorrere alle tinte piatte, ad esempio ai famosi colori Pantone, di cui parleremo in uno dei prossimi articoli. 

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